Recensione del romanzo “Non è la luce” di Guido Tonini
- Posted by Barbara Donzella
- on Mar, 20, 2019
- in Recensioni
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A)Riassunto degli aspetti salienti del romanzo breve “Non è la luce” di Guido Tonini
‘Non è la luce’ si presenta come un viaggio nel sogno, nella notte, un dipinto surreale sulla tela nel quale si intrecciano dei mini–rac-conti, ma che ruota intorno al protagonista indiscusso: l’IO, la parte essenzialmente vera di ciascuno di noi Lettori.
L’autore ci prende per mano “OK ci sei, usciamo” e sulla scia delle sue parole, percorriamo le tappe di un viaggio della memoria, della speranza, della libertà, della coscienza e della consapevolezza.
Il viaggio è lungo un sogno, i mezzi sono l’immaginazione e la reminiscenza, la meta è il risveglio nella luce.
L’avventura ha inizio in una città medievale, ma in tempi moderni, al crepuscolo, e l’atmosfera è quella di un pub irlandese. Poi ci si sposta verso un treno, dove la luce è bianca e artificiale da 30 anni, luogo di nuovi incontri (lui-Orologio e lei-Stivale) e di rivisitazione del passato di quello che oggi è il narratore, in particolare di quando era adolescente, con il ricordo del rapporto padre-figlio e con l’esperienza alla “Fiera dei giovani talenti” di Verona.
In seguito c’è la fermata nella stazione dove ormai è tardi e tutto è chiuso e poi la città, un bel palcoscenico notturno di banali realtà: il solito bar di Cerezo, Piazzale Leonardo con il “mito” di Leonardo Primo Conte dei Tramonti, i vicoli stretti, i baci appassionati, centomila selfie, il delirio della vita notturna sotto le luci gialle delle insegne dei bar.
Ma poi questa è pur sempre la città che nasconde i quattro ragazzi: Giallo, Verde, Rosso e Blu, con i loro sogni e ricordi risvegliati dalle note di una canzone di Zucchero. È la città alta, dove s’incontrano un vecchio scrittore dal carattere burbero, una coppia di amanti che visionano il finale del film “ Landing” e infine il garage dove Benji e Rino si prestano come accompagnatori per l’ultimo viaggio.
Quello verso la Cava, un “luogo magico” dove poter “fare la pace, innamorarsi, stordirsi, festeggiare” ed essere completamente liberi e spogli di qualunque pregiudizio.
L’avventura si sposta a quel punto su un piano non ben definito, tra cielo e terra, dove i sogni e gli incubi nascono e si nutrono dell’essenza stessa dell’individuo.
Gli ultimi protagonisti, la Cantante e Sinatra, chiudono il sipario, la notte è passata e al risveglio rimangono solo il vento e il Sole.
B)Valutazione dello stile e della sintassi
La scrittura é pulita e molto accurata; gli spazi, la punteggiatura, nulla é lasciato al caso.
L’uso della tecnica del flashback è utile per creare un’ulteriore intimità con il lettore, dando così accesso a frammenti della vita dello stesso autore.
Il linguaggio risulta semplice e molto comprensibile. Una lettura scorrevole, non impegnativa, accattivante che coinvolge fino alla fine. Le percezioni sensoriali, infine, fanno sì che il lettore rimanga costantemente ancorato al racconto.
C) Pregi e limiti a fronte degli obiettivi
Il testo proposto, nonostante il ritmo precipitoso e l’accumulo di descrizioni minuziose di tante situazioni, forse troppe per un romanzo così breve, soddisfa la curiosità dei lettori grazie al viaggio introspettivo verso la libertà del proprio IO, dove il sogno risulta essere l’ideale spazio impalpabile per l’incontro con se stessi.
D) Giudizio finale di sintesidel romanzo breve “Non è la luce” di Guido Tonini
Il testo, un po’ troppo galoppante, è però affascinante per il metodo di interagire con il lettore, perché i ruoli si scambiano e alla fine è lui a rimanere il protagonista assoluto, dando cosi un valore aggiunto alla narrazione.
Risulta inoltre tagliente al punto giusto e sprigiona ironia sulla società attuale e sulle sue continue metamorfosi.
Recensione a cura del Gruppo Recensioni del Circolo letterario Bel-Ami