Recensione del libro “Calcio, tatuaggi e…” di Cristiano Riccio
- Posted by Barbara Donzella
- on Mar, 02, 2020
- in Recensioni
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Oggi il gruppo recensioni ci segnala il libro di Cristiano Riccio “Calcio, tatuaggi e…” Porto Seguro Editore, Dicembre 2020, pp. 88.
SCHEDA DI RECENSIONE
Riassunto degli aspetti salienti del romanzo
Si tratta di un lavoro difficilmente catalogabile, forse lo si può considerare un saggio che parla del calcio visto attraverso uno dei suoi simboli: i tatuaggi che ornano la pelle di alcuni celebri protagonisti di quel mondo.
Nella parte centrale del lavoro vengono esaminate le biografie di alcuni celebri calciatori ancora in attività o che hanno smesso di giocare negli scorsi decenni, e si esaminano i loro tatuaggi, con approfondimento del significato di alcuni di questi.
In questa ricerca si nota come l’autore abbia sviscerato in profondità un argomento che evidentemente lo interessa molto. Molti degli atleti esaminati non sono degli esempi di vita nel senso classico del termine, spesso durissimi in campo e molto irregolari nel privato. Un esempio fra tutti George Best del Manchester United, fra i migliori attaccanti al mondo fra la fine degli anni ’60 e i ’70, e morto poco più che cinquantenne per problemi legati all’abuso di alcolici. E’ stato nominato tatuato ad honorem, perché non sembra abbia mai fatto ricorso al “tattoo”, ma la sua vita irregolare ha evidentemente affascinato l’autore. Di George Best viene ricordata una frase, riportata in questo lavoro: “Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l’ho sperperato”. E’ una frase che per certi aspetti fornisce il timbro di questo scritto, dedicato con affetto a chi in gran parte è fuori dalle regole, è un elogio del “diverso”.
Nella breve parte finale viene brevemente esaminato il fenomeno dei tatuaggio di cui si ornano alcuni capi ultrà.
Valutazione dello stile e della sintassi
Lo stile è buono, non arzigogolato, frasi brevi e secche, grammatica corretta.
Pregi e limiti a fronte degli obiettivi
L’autore si dichiara un “ultrà”, cioè appartenente alla fascia più estrema del tifo, e in più occasioni prende le difese di quella categoria che spesso è stata ed è protagonista di scontri anche molto violenti fra sostenitori di squadre rivali, con coinvolgimento talvolta delle forze dell’ordine, e che viene esaminata con occhio poetico, quasi a voler giustificare certe azioni. Si tratta quindi di un’ottica particolare che può o non può essere accettata anche alla luce di recenti fatti di cronaca.
Nella scorsa estate a Roma è stato assassinato un ultrà della Lazio che, stando ai giornali, sarebbe stato coinvolto in pesanti vicende criminali, mentre solo poche settimane fa in Lucania c’è stato un altro omicidio probabilmente riconducibile a scontri fra gruppi rivali di ultrà. L’occhio molto romantico con il quale l’autore esamina questo mondo può essere giustificabile alla luce della passione, ma può sfuggire a valutazioni più distaccate e razionali.
Giudizio finale di sintesi
Il lavoro è puramente espositivo, non vuole fornire spunti intellettualistici, vuole raccontare un mondo particolare e se lo rappresenta in maniera eccessivamente romantica e assolutoria è perché si tratta di un punto di vista personale. Può risultare piacevole da leggere soprattutto per lo stile di scrittura ed è uno scritto che potrebbe incuriosire anche i non addetti ai lavori, tra i quali si annovera recensore, per il particolare punto di vista dal quale il fenomeno viene esaminato.
Ricordiamo che il Circolo letterario Bel-Ami offre a tutti un servizio gratuito di analisi e recensioni di racconti, romanzi e poesie edite e fornisce un’opinione per le opere inedite.
Info e modalità: http://www.bellami.it/attivita/recensioni-e-opinioni/