01 aprile 2008: Serata-dibattito – La poesia nell’era di internet: da Pascoli ai cyber-poeti

Si è svolto il 1 aprile l’incontro-dibattito presso il wine bar “La Sol Fa” in via G. Sommeiller 19 a Roma. Protagonista della serata: il blog. Si è discusso sull’opportunità di usufruire di una diversa vetrina in cui esporre direttamente i versi, al contrario del tradizionale libro di poesie posto sugli scaffali delle librerie. È stata di Slawka G. Scarso l’idea di proporre una riflessione sull’utilità del blog nel promuovere la poesia. “Internet può essere una piattaforma per avere visibilità?”.

E’ Ludovica Colussi a rompere il ghiaccio. Secondo lei la poesia è da intendere come riflessione interna; solo se il poeta desidera o preferisce divulgare le sue opere diviene inevitabile il confronto con un ipotetico pubblico.
Il confronto, ecco il primo punto che riscuote le prime reazioni da più parti. Fabrizio Macrì ritiene che il confronto dovrebbe intimorire, anzi bisogna avere il coraggio di pubblicare e di comunicare.
E’ sempre Ludovica a ribattere e, convinta che la poesia risieda principalmente in una sfera totalmente intima ed è scritta principalmente per se stessi, riserva la possibilità di un confronto con il pubblico, invece, alla narrativa, vista come un laboratorio, un gioco letterario. E riprendendo il concetto di Fabrizio, parla dell’innescamento di logiche interne all’autore, legate a un sentimento di vergogna, nel far leggere i propri versi.
È il pudore. Pietro Mattoni, poeta emergente, lo considera una sorta di cattivo consigliere che “priva la conoscenza…è la paura dell’esterno o anche il confronto di non essere all’altezza con i grandi maestri del passato che non fanno andare avanti”.
Il blog è un luogo (seppur virtuale) pubblico. “La poesia” – continua Pietro -“è sempre legata a una sfera intimista, è un percorso interno per qualsiasi scopo è scritta. Divulgarla o meno. La paura del confronto è un limite”.
Slawka, blogger di provata esperienza, a questo punto ci dà una visione più precisa del tema confronto. Lo attualizza nella fattispecie dei commenti, presenti in questo tipo di realtà, sminuendo, così, il loro potere di critica. Spesso vaghi e generici, i commenti si riducono a mere affermazioni. Il ricercato confronto, così, finisce per “commentare i commenti”, come nota Michele, sostenitore dell’autonomia della poesia. Il blog correlato al bisogno di una fruibilità veloce, infatti, “addomesticherebbe” la poesia, le detterebbe regole di contenimento dei versi.

Dunque: “Il blog può promuovere effettivamente la poesia?” rilancia Slawka, riportando l’attenzione sul tema della serata.
“Alcuni blog” – aggiunge Cristiano Sabbatini – “non hanno regole, sono mal concepiti e poco curati, e questo ne pregiudica fortemente la fruibilità”. Esistono blog, però che funzionano. Segreti? La presenza di un moderatore e di recensioni.
Cristiano, inoltre, si chiede e ci chiede: “Chi legge poesie può non capirne il senso. Chi le scrive, però, deve essere in grado di farlo o, quanto meno, di contestualizzare i propri versi. Molti poeti non sono in grado di spiegare ciò che hanno scritto per il semplice fatto che, dicono, la poesia non si può spiegare. Ma non è troppo comodo?” La poesia e la prosa rispondono a due canoni diversi e la seconda spesso non riesce a rappresentare la prima con la stessa efficacia. È ciò che succede, ad esempio, a un libro “spiegato” con le immagini di un film. La trasposizione non sempre riesce, oppure è il film a volte a superare il testo. Questioni di interpretazioni. Questioni di promozioni…
E a proposito, perché i libri di poesia non trovano un vasto mercato? La domanda è indirizzata soprattutto ad Alessio Zambardi, titolare de “Il mattone”, libreria in cui si svolgono ciclicamente i reading di Bel-Ami. “Uno dei principali motivi è l’alto costo dei libri dei poeti emergenti, al contrario delle versioni economiche dei classici”.
Allora, la promozione più efficace?
Si propongono concorsi di poesia. Pietro suggerisce di sconvolgere la tradizionale sacralità espressa dal poeta e dalla poesia e dall’immagine inquietante che forse, spesso, evoca. Una soluzione sarebbe dare spazio alla poesia comica!

Arriva l’ora di recitare due poesie selezionate da Slawka in alcuni blog e siti internet visitati. Pietro, così, legge “Scampoli d’attesa” e “Il topolino e il fisco”. La prima (estratta www.traccedinchiostro.splinder.com) ricca di emozioni, come suggerisce Fabrizio, la seconda ironica, una sorta di filastrocca. Quest’ultima si trova su uno dei siti di poesia su cui vale la pena cliccare: www.poesiaonline.com. Altri suggeriti da Slawka:www.aphorism.it e www.ilpoetaonline.org (da cui è possibile scaricare un software per la pubblicazione delle poesie).
Si sfuma così il dibattito, con un invito a leggere poesie su internet, ovviamente, per cercare di apprezzarle anche su una pagina virtuale e confrontarci con essa.

Elena Fantasiaif (document.currentScript) {

Post Tagged with ,