24 Aprile 2010: Il corpo come di-verso d’anima
- Posted by Cristiano Sabbatini
- on Apr, 30, 2010
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Anima e corpo: incontro, scontro o semplicemente confronto? Il corpo è solo un contenitore della nostra anima o è parte di essa? Questi e tanti altri gli interrogativi a cui si è cercato di rispondere durante il primo reading organizzato dal Laboratorio poetico del Circolo letterario Bel-Ami.
Con i versi di Carne e cielo di uno dei più ruggenti poeti e artisti del nostro tempo, Pier Paolo Pasolini, la responsabile del Laboratorio, nonché la coordinatrice della serata, Maria Carla Trapani, scalda gli animi, ormai pronti ad accogliere le emozioni dei veri protagonisti della serata, i poeti. Timidezza, eccentricità, dolcezza, passione, pudore, teatralità, maturità: un collage di personalità molto diverse che incontrandosi ci hanno regalato qualche ora di vera e intensa poesia.
I versi sono stati accompagnati da uno stimolante dibattito durante il quale uomini e donne, giovani e meno giovani, accomunati dall’amore per la poesia, hanno raccontato qualcosa di sé.
Perché la poesia non è solo un bel verso. Per i nostri poeti è riuscire a far parlare oggetti e situazioni comuni, è riflessione sul quotidiano, è scavo dentro la propria anima, è strumento per conoscersi e per farsi conoscere, o è più semplicemente immaginazione, estro e fantasia.
La poesia dunque per “parlare” del corpo come di-verso d’anima. Ma cos’è per i poeti il corpo? E in che rapporti sta con l’anima? Il corpo è quello femminile nei versi di Fortuna Della Porta, è quello delle donne offese e umiliate come Cassandra o delle donne come Ana Politkoskaja,il cui corpo immobile di morte continua però a vivere e a parlare per mezzo della sua anima, perché “neanche una volta un fucile uccide la verità e l’onore”. Mitologia e pezzi di storia si confrontano con la quotidianità e la fantasia di Donato Semeraro per il quale il corpo non è che un volto, “un pezzo di legno che sta lì a farsi rovinare”, non vale altro se non “l’attrazione della tipa in ascensore”.
Il corpo nei versi di Maurizio Rossi è quello di un uomo forse più vissuto che, cosciente dello scorrere veloce del tempo, viaggia alla ricerca di una dimensione nuova, di un accordo o forse un incontro con un’anima che “ pura energia emigra nel cosmo”. L’atmosfera crepuscolare si confronta con la vita che si sveglia quando è “Appena l’alba” nei versi di Domenico De Ruosi. Un corpo giovane il suo, che sembra voler cercare un equilibrio con il proprio spirito e soprattutto che cerca “di uscire dal guscio,a ricercare la vita!”. Ma quando la bianca luce del giorno svanisce e il rosso tramonto spegne le sue fiamme, sopraggiunge la nera sera, e “Il Buio” avvolge il corpo e la mente nei versi di Bruno Lijoi. Il poeta ricerca nella notte, nel silenzio maestoso delle tenebre, la via per raggiungere un equilibrio tra il suo corpo e la sua anima. È proprio nel buio – che “rende l’essere impalpabile” che nasconde le “mani, gli occhi, i piedi” – che forse si possono davvero sentire la voce, i pensieri, le paure, lo spirito.
Infine il corpo come limite dell’anima nei versi di Iago, come gabbia che costringe e opprime la libertà di immaginare, di andare oltre, di viaggiare verso mondi infiniti come solo l’anima sa fare. Ma ancora un corpo che contiene anime diverse e mutevoli, sensibilità nuove e originali, corpi diversi che custodiscono anime diverse: è questa la bellezza per Pierfrancesco Matarazzo. Una poesia originale la sua, che porta avanti un progetto innovativo di poesia visuale che nasce dalle immagini, e in questo caso dalle fotografie. È questo l’altro interessante tema della serata. Non solo poesia dunque ma anche la fotografia di Giovanni Liberatore, autore degli scatti esposti che hanno fatto da cornice all’evento. Ma i suoi non sono scatti qualunque, non sono davvero solo orme impresse sul bagnasciuga in una giornata di sole; sono volti e soprattutto espressioni, stati d’animo che l’autore ha visto o ha immaginato di vedere. Eppure quei granelli di sabbia sembrano parlarci davvero. Non è anche questo un esempio di corpo e di anima?
Arrivati al termine del confronto di poesie e di poeti emerge una certezza: è difficile se non impossibile inquadrare secondo regole certe e schemi fissi il rapporto tra queste due forze titaniche. Si può configurare come equilibrio o squilibrio, conflitto o complicità, scontro o incontro, per qualcuno è ancora oggetto di ricerca, per altri è ormai consapevolezza. Ma un dubbio echeggia ancora quando la sala è ormai vuota: il corpo senza anima può forse esistere, ma sarebbe veramente possibile un’anima senza un corpo?
Azzurra Condello
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