13 febbraio 2007: “www.sesso.come?”
- Posted by Cristiano Sabbatini
- on Feb, 28, 2007
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Il mondo dell’eros con gli occhi della letteratura
La sera del 13 Febbraio 2007 ha avuto luogo, presso il Tuma’s Book Bar, un piccolo evento culturale incentrato sul tema del sesso. Il titolo della serata introduce, con efficace sinteticità, ciò che ha caratterizzato la prima parte dello spettacolo: le diversità antropologiche tra l’universo maschile e quello femminile nel contesto sociale ed economico dell’attuale realtà. L’introduzione goliardica, grottescamente piccante di Francesca Targa si è rivelata specchio fedele di usi, costumi e modalità comportamentali dei giovani di oggi e così, il sottotesto di battute spesso triviali e impudiche, di situazioni indecorose e di altre varie espressioni gergali, emerge in tutta la sua impietosa verità.
La virtualità impersonale e la glacialità del cyber-sex giustificano appieno le categorizzazioni dell’attrice-cantante Ilenia Colizzi, che cataloga con meticolosa semplicità, la tipologia degli androidi moderni: “l’animale da discoteca, il bello e impossibile, il figaccione, il narciso, il qui nessuno mi capisce” e via dicendo; a tutto questo fa da contraltare lo schematismo manicheo del giovane Fabio Morici: “Come gli uomini classificano le donne? La tipa che la dà e quella che non la dà”. I veri outsider di questo mondo pregiudiziale sono”gli sfigati cronici”, che si identificano con quell’attività che ha, da sempre, garantito loro una sgradevole etichetta sociale: l’onanismo.
A frapporsi, tra questo incipit più esplicito che ironico, e l’idealizzazione della letteratura da Catullo a Pasolini, vi sono stati due sonetti del Belli, uno dei quali ha riportato alla memoria la lezione provocatoria tenuta da Michele Placido in un’aula del carcere minorile palermitano in Meri per sempre: “Er cazzo se po’ dì…” e, inoltre, un estratto da “I monologhi della vagina” di Eva Ensler.
Il filo conduttore che ha tenuto insieme il Poeta latino, Margherite Duras, Lady Chatterley, Steven Berkoff, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini è stato l’eros, quella pulsione vitale, così raffinatamente umana, che ispira l’animo dei poeti sublimandosi attraverso l’immaginazione. Curioso è notare come a suggello della lettura dei brani più eterogenei, si sia voluto regalare agli ascoltatori una drammatica poesia di Pasolini: “Sesso consolazione della miseria”, nei cui tragici versi finali, si intuisce una delle tante profezie che l’autore friulano ha lucidamente consegnato alle nuove generazioni: il sesso come atto puramente meccanico in una società post-industriale, consumista, conformista e falsamente tollerante.
Le attitudini psico-fisiologiche dell’uomo e della donna sono state oggetto della seconda parte della serata, che ha tenuto impegnati Monica Vivone e Francesco Pinto, due protagonisti in materia, in un leggero siparietto sciorinante massime di inevitabile generalità, visto il tono complessivamente giocoso dell’occasione: gli uomini vengono dipinti come predatori, macchine che puntano all’efficienza mascherando i bisogni di accettazione ed affermazione, mentre alle donne viene concessa tutta la lirica del caso: pensano di più all’amore, comunicano attraverso metafore e partono dai sentimenti prima di concedersi ai piaceri del sesso. Appare lecito non sentirsi in piena sintonia con tali affermazioni se si accetta come valida l’idea che nella società contemporanea si sia oggettivato un processo già in atto da anni, ovvero un quasi completo ribaltamento dei ruoli, soprattutto all’interno del nucleo familiare. Al di là di ciò è vero anche, come giustamente sottolineano gli psicologi, che una conoscenza maggiore delle diversità attitudinali e genetiche dell’uomo e della donna, può favorire una comprensione migliore, attribuendo a questo termine il suo significato più nobile.
Ha sottolineato il carattere sostanzialmente ludico del piccolo evento, un breve gioco associativo cui hanno partecipato con spontaneità e misura alcuni componenti del pubblico.
Nicola Cordone
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