Premiazione del Concorso di Poesia 2011

Con la proclamazione del vincitore si è conclusa la terza edizione del Concorso di poesia “Parole 2.0 – poesia in movimento” indetto dal Circolo letterario Bel-Ami e presentato da Maria Carla Trapani.
La festa poetica, articolata in reading di poesie e un simpatico siparietto che ha visto coinvolti gli ospiti poeti, ha registrato una notevole partecipazione e successo. Numerosi i poeti in gara: Alessandra Carnevale, Antonio Contoli, Graziana D’Andrea Giovanni, Laura di Marco, Tiziana Gabrielli, Anastasia Lorito, Maria Antonia Luperini, Maurizio Rossi, Flavio Scaloni.
La giuria, composta da Francesco De Girolamo (Presidente della Giuria), poeta critico e regista teatrale; Luca Benassi, poeta e critico; Letizia Leone, poeta e critico; Simona D’Urbano, poeta; ha donato la palma del vincitore e un premio in denaro dal valore di 300 euro alla poetessa Tiziana Gabrielli.
Hanno aperto la manifestazione i giurati che si sono presentati nella loro veste più vera, quella poetica, attraverso la lettura di versi scritti di propria mano. A trasmettere le prime emozioni, è stata Fortuna Della Porta con una poesia ispirata a Pasolini, sottolineando l’importanza di preservare la dignità umana in un mondo oscuro, sempre più incurante del rispetto verso il prossimo. A seguire Luca Benassi, che ha trasportato la platea nella bellissima terra dei Nuraghi rendendo omaggio ai riti lustrali di purificazione in terra sarda e Simona D’Urbano, che si è dedicata a letture intimiste di versi legati a un percorso sentimentale parallelo a un percorso interiore.
Riscaldata la platea, la parola è passata ai veri protagonisti della serata, i poeti in gara, le cui letture hanno evidenziato passione, dedizione e talento in un percorso accurato e costante volto alla ricerca della trasposizione in versi della propria ispirazione poetica.
Le emozioni, che passano attraverso la poesia, bussano alla porta del poeta chiedendo di essere ascoltate, capite e analizzate. Egli è così obbligato a prestar loro ascolto rivolgendo l’attenzione su se stesso nel tentativo di sbrogliare la matassa di conflitti che affondano nel pozzo della propria anima.
Sono versi di un triste addio quelli recitati dalla poetessa Alessandra Carnevale, che dà il via al reading poetico con “Addio”, una poesia con la quale ha vinto il Premio Alda Merini. L’indagine sulla sua sfera intima e privata fa da raccordo alle sue poesie “Solitudine” e “Crepuscolo”, pregne di emozione e passione.
Brevissimi, ma di grande intensità, sono i versi recitati dal poeta Antonio Contoli che per il concorso ha presentato la sua poesia dal titolo “Rifugio”. Le sue poesie fanno emergere la pluralità di aspetti e interessi della propria personalità: a dimostrazione “Sei corde”, poesia che rende onore alla sua passione per la musica attraverso un omaggio alla sua chitarra, e “Dio”.
E’ caratterizzata, invece, da un linguaggio moderno, a tratti onomatopeico, la poesia di Laura di Marco che ha allietato il pubblico con “Meta verso”. Toni più sofisticati, intimi e pacati assumono invece i versi di “Tormento”, la seconda poesia scelta dalla poetessa per l’occasione.
Il reading continua con la vincitrice della serata, Tiziana Gabrielli che presenta dapprima “Lieve è il passo dei giorni dell’attesa”. Le sue successive poesie “Infinito” e “Il respiro dell’Aperto” fanno sempre capo a una dimensione intima e privata, nella quale la poetessa muove un’indagine alla ricerca dell’anello di congiunzione tra il significato e il significante, in una costante e laboriosa riflessione filosofica che prende avvio dalle osservazioni di Schelling. “La parola” dice Tiziana Gabrielli, “è sempre inadeguata a definire una precisa sensazione, essa non deve preoccuparsi di definire. Occorre sempre partire da ciò che è prima della parola stessa”.
Ma la poesia non è solo forma ossequiosa e rispetto per le regole. E’ anche lo strumento principe che il poeta utilizza per ascoltare e ascoltarsi nei momenti più confusi della propria vita, quando il silenzio notturno o un bicchiere di vino rosso aiutano a catalizzare le emozioni che gli stanno intorno e a dar loro spessore su carta, come nelle poesie di ispirazione bohemien“Orgia in testa”, “Animartista” e “Vomitando” presentate dalla giovanissima Anastasia Lorito.
Ma di quali poteri è investita la mano del poeta? E’ uno strumento magico, che sonda le vie segrete e labirintiche della nostra anima essendo al tempo stesso presagio, speranza e incanto, una mano che scava nella fanghiglia della nostra interiorità per darle voce, una sondina a volte nervosa e incerta, altre sicura e lineare, in costante scontro e incontro tra la sensazione interiore e l’espressione esteriore: è questa “La mano del poeta” per Maria Antonietta Luperini. Rientrano in una sfera più privata le due poesie successive che la poetessa ha scelto di presentare al concorso: “Oltre il senso degli occhi”, che offre lo spunto per una riflessione sul tema dei meno fortunati perché diversamente abili e “Verrò a passeggiare i ricordi nei vicoli di Genova”, ispirata alla sua terra natia.
Il poeta Maurizio Rossi, con “E’ seme”, muove una ricerca sull’essenza della poesia, sulla sofferenza che affligge il poeta in quanto tale. I versi impastano sogni e realtà, mentre è la fatica il seme della poesia. Ma chi è il poeta? Il poeta è colui che sente le voci nella solitudine del silenzio che pervade una stanza e tenta di congiungerle in versi. Ma sentire le voci è segno di follia o di sanità mentale? Questo, il tema dei versi di “Voci”.
Intense sono le emozioni che dalle parole in rima dei poeti in gara giungono negli animi degli astanti in sala, pronti ad accogliere le letture dei versi del poeta Flavio Scaloni, con le quali si fa ritorno a una dimensione più intima che ha come protagonista il tema del distacco. Seguono altre due sue letture, la prima intitolata “Alfredo” e la seconda dedicata a una persona a lui cara. Alla poesia si chiede di tracciare un segno sulla parete bianca del silenzio, su una pagina spoglia, rendendo visibili le emozioni e i ricordi per non lasciarli cadere nell’oblio.
Proprio perché il mondo sembra galoppare verso una direzione antitetica alla poesia, che richiede tempo, ascolto e riflessione, riveste una rilevanza fondamentale il tentativo di preservare e coltivare questo genere letterario. A tale scopo, ha sottolineato Pier Francesco Matarazzo, conferendo l’alloro alla vincitrice Tiziana Gabrielli, è stato organizzato questo concorso di poesia indetto dal Circolo letterario Bel-Ami. “Ultimamente”, dice Pier Francesco, “siamo particolarmente liberi di scrivere di tutto, su tutto, grazie alla tecnologia. Eppure, non c’è ascolto. Liberiamo voci senza ascoltarle”.
Mi sembra un ottimo monito per far uscire la poesia dal suo silenzio, dimostrando che possiede una sua fisicità che deve essere ascoltata per diventare il luogo privilegiato dello sguardo.

Sara Farinola

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